Grazie all'ottima organizzazione e alla canonica alzataccia, ci si ritrova nei capanni a fotografare quando è ancora notte e questo è sempre un valore aggiunto. I colori, l'atmosfera, i primi movimenti degli animali sono sempre l'occasione per scatti interessanti e, prim'ancora, per vivere almeno per me momenti emozionanti.
Sono appena tornato dal Photo Tour di quest'anno al parco nazionale di Hortobagy, in Ungheria. Cinque giorni a fotografare nella steppa - sconfinata sì, ma non a 40 sottozero... - innanzitutto le magnifiche ed imponenti aquile di mare che qui svernano in gran numero (si parla di qualche centinaio di esemplari) prima di tornare ai propri quartieri di nidificazione prevalentemente in Scandinavia. Grazie all'ottima organizzazione e alla canonica alzataccia, ci si ritrova nei capanni a fotografare quando è ancora notte e questo è sempre un valore aggiunto. I colori, l'atmosfera, i primi movimenti degli animali sono sempre l'occasione per scatti interessanti e, prim'ancora, per vivere almeno per me momenti emozionanti. Quest'anno una copiosa nevicata nelle settimane precedenti il nostro arrivo aveva imbiancato il paesaggio, ma dopo un paio di giorni tutto si è sciolto. Abbiamo così potuto ritrarre le aquile con sfondi differenti. In natura, ogni giorno, non cambia nulla e tutto cambia. Rispetto all'anno passato, ad esempio, l'assenza di estesi allagamenti nei campi ci ha privati dello spettacolo dei grandi stormi di gabbiani e di oche presso i capanni. Solo al momento della nostra partenza quel paesaggio si andava formando e infatti, lungo l'autostrada, abbiamo potuto avvistare assembramenti enormi di lombardelle al pascolo quasi appena oltre il guard-rail. Coi corvi lo spettacolo invece s'è rinnovato: ogni mattina l'involo sincrono dai boschi dove trascorrono la notte, ed ogni sera i voli di ritorno al dormitorio in grandi nuvole nere dove lo sguardo - e pure l'autofocus ... - si perde. Certo, l'attenzione è catalizzata da loro. Estinta in Italia come nidificante dagli anni Cinquanta-Sessanta del secolo scorso (gli autori non sono concordi: l'ultima roccaforte della specie era la Sardegna, con le sue coste rocciose), Haliaaetus albicilla è una specie indubbiamente carismatica, capace di generare decisi entusiasmi tra i conservazionisti, e non solo. Non a caso la sua reintroduzione, nelle aree dove si era estinta, ha portato in molti Paesi europei come la Scozia o l'Irlanda alla nascita o alla ripresa di un consistente flusso turistico. Fotografati o soltanto inquadrati nel binocolo, insomma, questi bestioni di quasi tre metri di apertura alare attraggono ammirazione e pure soldi. Ed anche noi abbiamo dato il nostro contributo alla piccola economia locale che ruota intorno al magnifico parco ungherese. Una giornata intera, come ormai da tradizione, l'abbiamo trascorsa in un capanno nel bosco a fotografare piccoli passeriformi. Tra le specie ritratte, quest'anno, abbiamo avuto cinciallegra, cinciarella, cincia bigia, frosone, ciuffolotto, picchio rosso maggiore, picchio rosso mezzano, picchio muratore, sparviere. Da notare, anche lo scoiattolo e un topolino non meglio identificato. Altra tradizione è l'ultima mezza giornata dedicata ai gufi comuni e al loro incredibile dormitorio in mezzo alle case del paesino: sempre una meraviglia di tete-a-tete! Grazie ai miei compagni di viaggio e cioé, stavolta, Giorgio, Marsilio, Paolo e Benedetto. E al prossimo anno!
10 Comments
Nell'attesa di essere sul campo, la nostra passione va alimentata e arricchita ed esistono tanti modi. Uno dei più utili e appaganti è la lettura di libri, anche (ma non necessariamente) di fotografia naturalistica. Tra i miei ultimi acquisti voglio segnalarvene alcuni, convinto come sono che comprare libri fotografici migliora la nostra fotografia. Assolutamente straordinario è Ossessione polare, un titolo di qualche anno fa pubblicato da National Geographic e White Star. Io ed alcuni amici l'abbiamo recentemente trovato a metà prezzo su alcuni tra i più noti rivenditori sul web: ma in ogni caso, un libro da non perdere. Nessuno come Paul Nicklen è capace di coinvolgerti nelle avventure fotografiche alle latitudini estreme. Narvali, orsi bianchi, foche leopardo, sono i protagonisti di immagini eccezionali e meritatamente famose. Ma ancor più meritevole sono la passione e l'impegno che Nicklen mette nella sua fotografia, davvero un esempio per noi. A occhi aperti di Mario Calabresi non è un libro strettamente fotografico e non riguarda strettamente la fotografia naturalistica. È un libro di interviste a grandi fotografi. Da Salgado a Mc Curry, da Basilico a Pellegrin. Pieno del racconto di episodi e di immagini celebri, il libro si legge d'un fiato. Pubblicato da poco, credo sia uno dei titoli del settore al momento più gettonati. Rimarchevole anche il fatto che a firmarlo sia il direttore di uno dei principali quotidiani italiani (La Stampa), no? Cairngorms è l'ultimo ebook di Peter Cairns, il noto fotografo naturalista scozzese che ho intervistato nell'ultimo numero di Asferico. Si tratta di una pubblicazione dedicata alla fantastica area montana dove Cairns ha la fortuna di vivere e che conosce, presumibilmente, come le sue tasche. A parte la bellezza degli scatti e le informazioni contenute nel testo, sempre interessante e piacevole (oltretutto il libro è impaginato benissimo), ho apprezzato molto la scelta di certe immagini inconsuete e le parole che la accompagnano. Dopo lunghi decenni di ricerca del primo piano, nella fotografia degli animali è in atto una rivoluzione silenziosa che porta a scatti differenti, più contestualizzati ma non solo: e se adesso lo pensa anche un campione come Cairns, possiamo dire che qualcosa è davvero cambiato. Insomma, un libro che fa godere ma anche riflettere. Come tutti i buoni libri. |
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