Stamani qualche ora alla bonifica di Maccarese, a cercare tra i campi e raffiche di vento il falco sacro che frequenta l'area da alcuni giorni. Ma non s'è visto: solo poiane, gheppi, albanelle reali, falchi di palude e due pellegrini lontani.
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Dopo forse un anno di assenza, giorni fa sono tornato al lago di Vico in vista del Workshop che vi terrò domenica prossima. Sul fondo di una conca ammantata di boschi, si tratta di uno dei laghi più belli del Lazio e dell’Italia centrale e la riserva naturale che lo protegge - su circa 4100 ettari - è uno dei piccoli gioielli del Lazio naturale. Le sue acque, con le sponde a canneto, sono frequentate da numerose specie di uccelli tra cui un'importante popolazione nidificante di svasso maggiore, anatre e folaghe, rapaci. Subito alle spalle del lago, mentre le coltivazioni di noccioli occupano quasi per intero il resto del fondo della conca, sulle pendici l'antico edificio vulcanico è tappezzato di boschi. Grazie al microclima fresco ed umido si tratta in parte di sorprendenti faggete, con settori di grande bellezza. Insomma, un interessante terreno di gioco per il fotografo naturalista. Le foto qui pubblicate, tutte dell'altro ieri, danno un esempio di quel che proveremo a realizzare durante il workshop di domenica 25 che comprenderà pure una puntata al vicino monte Cimino. L'altro ieri sono stato a Milano a vedere due mostre. Impegnativa per numero di opere (duecentocinquanta!) e per straordinario eccentrismo, quella su Picasso a Palazzo Reale mi ha colpito. Non sono mai stato un grande fan del cubismo in genere e di Pablo in particolare, insomma, ma come si fa a non restare ammirati dall'energia creativa quasi sovrumana che riluce da tele, sculture, disegni, collage ed altre opere che non saprei nemmeno definire? Nel pomeriggio ho visitato la mostra dell'edizione 2011 del concorso "BBC Wildlife photographer of the year" al Museo Menguzzi (sembrava più una scuola o un oratorio, a dire il vero). Foto, tra vincitrici e segnalate, che conoscevo bene ma rivederle in grande formato ha sempre il suo fascino ed interesse speciali. Foto ortodosse, e meno. Al mattino m'ero segnato due frasi di Picasso, prese da chissà quale testo o intervista ed esposte su un telone bianco posto davanti alla grande riproduzione della Guernica (l'originale non c'era).
"Per me la pittura è un'azione drammatica durante la quale la realtà si ritrova disintegrata". E poi, soprattutto. "Da Van Gogh in poi, siamo tutti autodidatti - pittori primitivi, si potrebbe quasi dire. Essendo la tradizione stessa sprofondata nell'accademismo, dobbiamo riformulare un intero linguaggio. E ogni pittore del nostro tempo è abilitato a ricrearlo, dalla A alla Z". Tra i fotografi naturalisti ognuno è libero di pensare al proprio Van Gogh di riferimento, ed io qualche idea ce l'avrei. Certo è che, pure tra montagne e lagune - e con gli hard disk belli carichi di realismo - un "rompete le righe" continua a sembrarmi sempre più salutare. Così titola un breve articolo di Fulco Pratesi sull'Espresso in edicola. Un opportuno richiamo al fantastico dietro l'angolo, allo straordinario a due ore d'auto o anche meno dall'inferno d'automobili del GRA. Orsi-camosci-lupi-cervi-tassi-caprioli, elenca scrivendo del parco nazionale d'Abruzzo, Lazio, Molise il Fulco nazionale. Che ci mette pure le linci ma per fortuna anche il foliage, roba da non sfigurare affatto davanti a quelli più blasonati di Canada e nord USA (vedi foto sopra, di ieri).
Sarà pure sempre altrove, il paradiso, ma invece è bene ripetersi tutte le volte che l'abbiamo anche noi sotto il naso. E che la sua esistenza, da qualche milione d'anni a questa parte, non è più scontata. Qualche anno fa coniai uno slogan che ha avuto un qualche successo nella comunicazione di settore: "I parchi, la nostra riserva di futuro". Tutto sommato mi pare ancora così. La doppia esposizione è una di quelle tecniche antiche quasi come la fotografia, che però il digitale ha reso enormemente più semplice da utilizzare. Almeno nelle macchine che dispongono di tale modalità di scatto (per le altre, solo stratagemmi non molto efficaci).
Oggi sui monti Simbruini ho fatto quasi solo scatti così, col risultato di scaricare tutte e due le batterie della mia Canon... Nel giorno della "tempesta di Halloween", ieri, nientemeno pioveva e tirava vento. Insomma, e finalmente, normale autunno.
Fotografando per l'intera mattina lungo il litorale romano ragionavo su come, di tutto quel che mi portavo dietro nell'auto, fossero utili soprattutto due cose: la mia voglia di sperimentare e di fotografare & la copertura impermeabile dell'attrezzatura. Una manciata di euro ed un po' più, spero, di neuroni. Troppo bello! |
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