La rivincita di un mammifero di straordinaria bellezza, diciamolo, che nelle attenzioni di giornalisti & divulgatori viene sempre dopo i pezzi da Novanta che devono essere predatori: lupi, orsi, aquile, lanari ... Ora non dico di soffermarsi da vicino - un'esperienza non comune, è vero - davanti all'imponenza del palco di un cervo maschio. Ma provate a risalire la valle boscosa di un parco (potrebbe essere la val Zebrù in Lombardia, o quelle che solcano la Lama in Emilia, o quella dell'Inferno che al parco d'Abruzzo porta al lago Vivo) in una di queste giornate d'inizio autunno. C'è da farsi venire la pelle d'oca: versi profondi e cupi filtrano tra i larici o i faggi echeggiando da un versante all'altro. Si ripetono, si rispondono, quelli più vicini fanno sussultare per l'inquietudine nella penombra umida del bosco. Insomma, portateci i bambini!, roba da fiaba...
La stagione degli amori chiama allo scoperto Cervus elaphus e i maschi corteggiano le femmine - manco fossero Cavaradossi con Tosca nel dramma pucciniano - soprattutto alzando la voce. E quelle si guardano intorno con aria indifferente, tirano indietro un'orecchia stordite da tanta foga canora, fanno tre passi più in là. E loro dietro, succubi della tempesta ormonale, fra un ciuffo d'erba per smaltire lo stress e un'occhiata torva al rivale che forse s'avvicina.
Con un po' di amici lo scorso fine-settimana mi sono divertito a fotografare questo spettacolo, e quelli sopra sono alcuni degli scatti migliori (più uno che metterò come Foto del mese di ottobre). Ma quanti cervi ci sono al parco d'Abruzzo, Lazio, Molise (dove oggi si apre l'importante appuntamento di Europarc 2010)? Non conosco le cifre esatte, certo a guardare questo filmato trovato su YouTube ...
Oggi tra Alpi e Appennino girano qualcosa come sessantamila cervi (stima Ispra 2005) e i parchi non hanno smesso di reintrodurli laddove si erano estinti. Una delle ultime operazioni è stata quella nel Lazio ai Simbruini, dove ora sono una cinquantina (presi da Tarvisio, dalle Foreste casentinesi e dal Pnalm). Ed anche in questo caso, come negli altri, ciò ha generato non solo il ristabilirsi di un equiibrio ecologico prima spezzato ma pure il non trascurabile effetto di avvicinare ancor di più il parco a residenti e turisti grazie appunto alla visibilità dell'operazione. Chi vuole saperne di più su questa bella storia del parco laziale può ad andarsi a leggere l'inchiesta che a inizio anno ho scritto per PAN, la rivista dei parchi del Lazio.
Poi i cervi, come noto, sono una preda preferenziale del lupo. I parchi lo sanno e li reintroducono laddove ve ne sono le condizioni. Ricapitolando. I parchi aiutano i cervi. E i cervi aiutano i lupi. Ma i parchi, mazziati dai tagli voluti dal governo, chi li aiuta?