Nel 1995 e 1996 ventinove lupi vennero reintrodotti nell'Idaho e al parco nazionale di Yellowstone (provenivano dall'Alberta, Canada, e dalla British Columbia). Un ritorno voluto, cercato. E accompagnato da studi dei ricercatori - primo fra tutti David Mech - che negli anni hanno catturato più di quattrocento esemplari per prelevarne il Dna oppure applicare un radiocollare. Oggi tra i vari Stati si contano diverse migliaia di lupi, difficile dire quanti esattamente. 487 nella Greater Yellowstone Area e 97 entro i confini del gigantesco parco nazionale.
Circa il 60 % di questi lupi vive in aree attraversate da una strada. Parliamo di grandi distese aperte, di praterie. Ed è soprattutto questa la spiegazione di un dato secondo me straordinario, e cioè che - leggo sempre su Wildlife - l'anno scorso a Yellowstone hanno visto un lupo più di 38.000 visitatori.
Da noi è diverso. Luigi Boitani, il nostro più illustre lupologo, in un'intervista (pubblicata in Uomini e lupi) mi ha confessato di averne avvistati senza l'aiuto dei segnali dei collari radio non più di tre o quattro volte in quasi quarant'anni di ricerche assidue sul campo. Quanto al sottoscritto, in trent'anni di camminate sull'Appennino l'ho visto - e fotografato - una sola volta. Lo scorso luglio. La foto in alto, invece, è di un lupo in cattività.
Il ritorno del lupo non è affare dei soli Stati Uniti. Nella vecchia e popolosa Europa, l'ultima notizia è della scorsa estate e riguarda l'avvistamento di un lupo prima in Belgio e poi in Olanda. Trent'anni fa, le uniche popolazioni occidentali - e tutte a ranghi ridotti - erano quelle di Portogallo, Spagna, Italia, Polonia e Finlandia. Adesso se ne stimano più di 2000 in Spagna, 1000 in Italia e Polonia, 12 branchi in Germania, 220 in Svezia meridionale e 200 sulle Alpi francesi.
Forza lupi.