Nella recensione facevo un cenno alle polemiche che hanno accompagnato un infortunio di WWoE, e cioè le straordinarie foto di lupi - adulti e cuccioli - scattate dal russo Sergey Gorhkov. Prima spacciati per selvatici e basta, i lupi in questione sono poi risultati essere stati ritratti presso un centro di riabilitazione per la fauna selvatica (altra illustre vittima del raggiro la prestigiosa rivista britannica Wildlife; della questione parlavo in un precedente post, questo).
Mi scrive ora Widstrand, tenendo a precisare: "quelli erano lupi domestici (tame). Siamo stati ingannati dal fotografo, che è stato estromesso dal progetto assieme alle sue immagini. Ma la prima edizione del libro sfortunatamente era in una fase troppo avanzata di stampa per venire bloccata". Conclude Widstrand (chi volesse rifarsi gli occhi dia uno sguardo al suo sito): "per le nuove edizioni, come quella italiana (presso L'ippocampo Edizioni, ndr), le immagini di lupo sono state sostituite con altre "vere".
Non ho visto l'edizione italiana ma voglio dire subito che condivido la decisione. Alla fotografia naturalistica, la perdita di credibilità dovuta alla manipolazione delle immagini al computer e alla mancanza di sincerità da parte dei fotografi (e la foto sopra sì, é stata scattata a un esemplare entro un recinto) può essere fatale. E sta soprattutto ai fotografi fare pressione perché si impongano tra i mezzi di comunicazione nuovi criteri di selezione delle immagini.
E poi proprio al lupo - prima wild wonder of Europe - vogliamo togliergliela, l'anima selvaggia ?