Questi gli orari: lunedi e giovedi dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 17; martedi, mercoledi e venerdi dalle 10 alle 13; sabato dalle 16 alle 19; domenica e festivi dal 10 alle 19. La mostra sarà a Calcata fino al 2 Giugno. Gli uffici del parco rispondono allo 0761 587617.
Della mostra è stato stampato il catalogo, a cura di Palombi Editore, in distribuzione presso le diverse sedi espositive.
Riporto qui di seguito l'introduzione alla mostra, non prima di togliermi il piacere di ringraziare alcune persone e cioè Vito Consoli, Nicoletta Benedetti, Fabrizio Petrassi e poi anche Luciano Zanecchia, Stefano Tribuzi, Massimo Brunelli, Marco Scataglini.
Abbiamo bisogno ancora di “selvatico”? Di orizzonti non usuali, di incontri inaspettati, atmosfere sospese aperte ad esiti imprevedibili? (per continuare la lettura clicca su Read More qui accanto)
Questa mostra prova a offrire le ragioni di una risposta. Cercando di testimoniare, con le immagini, l’energia che scaturisce da un rapporto diretto con il mondo naturale. La potenza di uno sguardo ravvicinato, intimo e comunque – possibilmente - mai banale. E il terreno di gioco è una regione nel cuore dell’Italia ed in quello dell’Autore, conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo per alcuni suoi luoghi – la regione di Roma – ma forse finora poco indagata quanto a wilderness. A natura selvaggia.
Wild Lazio, allora, anche se ad alcuni potrà sembrare un ossimoro. Perché è vero: ogni anfratto, ogni metro quadrato di questa terra ha conosciuto nei secoli e millenni il passo dell’uomo - se è andata bene: altrimenti erano taglio, vanga, ruspa… Cacciatori e pastori e boscaioli, e pure soldati e pellegrini, che hanno percorso qualunque vallone e sponda fluviale, spiaggia e foresta. E sulle cui tracce oggi si muovono per fortuna escursionisti, birdwatchers, canoisti, alpinisti e via esplorando.
Trecentotrenta abitanti per chilometro quadrato si sentono. E nemmeno le quote aiutano: 2458 sono i metri del Gorzano, il monte più alto – altro che Alpi. Eppure, oggi che i processi di urbanizzazione hanno prosciugato le campagne, esiste eccome un Lazio appartato e quasi sempre solitario. Una regione a mosaico dove le faggete sembrano non finire mai, i falconi disegnano archi fulminei nel cielo, addirittura l’orso trova corridoi di libertà.
Quel Lazio è fatto soprattutto di parchi. Grandi aree protette e più piccole riserve naturali che la Regione ha istituito nell’ultimo quarto di secolo, più che altro. Oasi per mettersi al riparo, animali e piante e uomini, dagli orizzonti artificiali sempre più avari di ossigeno, silenzio e sovente anche bellezza. Un patrimonio da difendere, per la nostra generazione e quelle a venire. Ma la biodiversità non conosce confini e anche nel territorio regionale non protetto, per fortuna, abbondano ancora valori naturalistici e paesaggistici meritevoli di interesse, conoscenza, rispetto.
Benvenuti allora in questo viaggio nel Lazio delle rupi e dei calanchi, di doline e forre, lupi e salamandrine. Forse sarà una sorpresa. Forse domenica chiudiamo casa e andiamo all’avventura: là fuori c’è un’altra straordinaria regione da scoprire.
Giulio Ielardi