Tornato giù col temporale che si preparava, ho dedicato qualche scatto alle carline e ai faggi squassati dal vento.
Nel parco dei Simbruini è stata segnalata nei giorni scorsi la presenza di un orso, forse due. Oggi ho avuto il tempo di andare a dare un'occhiata: tante piante di ramno, perlopiù ormai senza frutti, rami spezzati, ma lui niente. Su un colle, in mezzo alla stradina troneggiavano le grosse feci di un lupo. Tornato giù col temporale che si preparava, ho dedicato qualche scatto alle carline e ai faggi squassati dal vento.
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Stamani prima uscita a Torre Flavia, uno dei miei local patches, dopo la pausa estiva. E visto che in realtà l'estate c'è ancora tutta, sono scappato alle 9. Mentre attendevo la prima luce ancora in auto, sono sopraggiunti e mi hanno preceduto nella palude due fotografi naturalisti attrezzati con borsoni e zaini evidentemente intenzionati a nascondersi in un capanno. Solo pochi minuti dopo li ho visti sparire tra i canneti, dopo aver evidentemente scavalcato la staccionata e fatto ingresso nella zona vietata all'accesso... grazie a nome della categoria!! Finché prevarranno comportamento para-venatorio e menefreghismo delle regole, in Italia la fotografia naturalistica non farà molti passi avanti! Le mie foto, per temi. La prima fioritura del limonio. Le cannucce palustri. Piccole "spighe" sulla duna. In riva al mare. Eccomi di ritorno dal Photo Tour di fine estate sui monti Simbruini, nel parco più grande del Lazio.
Quattro giorni a fotografare in ambienti naturali certo meno famosi e frequentati del parco nazionale d'Abruzzo o delle Alpi, per esempio, ma non meno affascinanti. Nonostante questo caldo estivo che non molla neppure in montagna, abbiamo prodotto scatti credo interessanti divertendoci come al solito. Per vedere le foto dei partecipanti ed eventualmente commentarle, invito a visitare la pagina Facebook del gruppo GIULIO IELARDI NATURE PHOTOGRAPHY. Di seguito, invece, alcuni dei miei scatti rubati qua e là. Dove e cosa fotografare nella rovente estate 2012?
Sabato 1 settembre primo workshop della stagione. A quota duemila! Dopo quattro anni è arrivato il momento di cambiare macchina. Diversamente da quanto accadeva nell'era della pellicola, col digitale gli apparecchi invecchiano in fretta e le innovazioni di cui godono i nuovi modelli rappresentano - talvolta, non sempre - una reale marcia in più.
Ieri pomeriggio ho avuto per le mani la mia nuova Canon 5D Mark III e stamani ho potuto effettuare i primi scatti. E' stata una sessione di macro, dedicata a una spettacolare fioritura di giglio marittimo (Pancratium maritimum) sul litorale romano. Naturalmente si tratta delle prime impressioni, ma rispetto alla Canon 1D Mark III che ho utilizzato finora ho notato innanzi tutto (per prime le annotazioni a parer mio più rilevanti): pro - peso sensibilmente inferiore, 950 gr invece di 1335 - display moolto più definito e più grande - sfocato più marcato, visto che è una full frame - scatto silenzioso ancora più silenzioso - doppie esposizioni in camera - ovviamente l'incremento di pixel contro - mirino normale e non arretrato come la 1D; peccato invece che io abbia un naso - come tutti, no? ma perché invece le recensioni tacciono sempre questo punto? - che si trova senz'altro meglio sotto ad un mirino più sporgente rispetto al display - pulsante per ingrandire i dettagli delle foto in Play ora spostato a sinistra, mentre era più comodo a destra accanto alla rotella per cambiare foto (stessa mano...) Già verificati anche contenimento del rumore agli alti ISO (sembra in maniera impressionante a chi viene dalla 1D Mark III, che non è nemmeno full frame) e magnifica raffica silenziosa. Per altro, come modulo AF, HDR in camera, video etc. etc., avrò modo presto di verificare sul campo le promesse della casa costruttrice. Ma non troverete, in ogni modo, alcun tipo di test su queste pagine che invece mantengono l'attenzione su quel che secondo me davvero rende una foto migliore di un'altra. Non certo, non soprattutto almeno, le performances dell'attrezzatura. E vado con la carrellata di stagione. Un profumo, a fare queste foto... Ieri alba al parco nazionale del Circeo, in cerca di qualche nuovo spunto. Dopo una pausa, secondo round al non lontano bosco di Foglino presso Nettuno, e più precisamente allo specchio d'acqua di Vallone Cupo ridotto ad un paio di pozze. Eserciti di moscerini mi hanno letteralmente impedito una sessione fotografica decente, comunque qualcosa sono riuscito a portare a casa.
Ieri sui Simbruini ho passato un po' di tempo con un cucciolo di volpe, ormai prossimo all'indipendenza. Fantastico condividere i suoi sentimenti da vicino. Curiosità - per le cose nuove, come le scarpe dell'umano sdraiato a fotografarlo, senz'altro da mordicchiare. Allarme - per i movimenti imprevisti, come le zampe telescopiche del mio cavalletto che diventavano più lunghe davanti ai suoi occhi sgranati. Gioco e istinto di caccia - i salti per cercare di acchiappare le farfalle. Noia - quando il mondo, ed anche il fotografo, per un po' sembrano ignorarlo. E' sorprendente pensare a come in tantissimi luoghi, nel nostro Paese, le liste faunistiche locali si siano andate assottigliando in particolare a danno dei carnivori: sparite le lontre, comuni solo sessant'anni fa, ed i tassi, le martore, i gatti selvatici, le donnole... Alcune specie hanno trovato rifugio dalla scomoda coesistenza con l'uomo muovendosi solo nelle ore notturne, così privando i naturalisti della gioia del loro incontro lungo il sentiero. Praticamente una sola specie di mammifero resta quasi ubiquitaria, grazie all'eclettismo e alla sua "astuzia" leggendaria.
Grande Vulpes vulpes, e buona fortuna cucciolo! Sospetto che noi chiamiamo "moderna" la televisione, e "vecchia" la fotografia, quando spesso è esatto il contrario. La televisione è conservatrice, retorica, spaventata dalla complessità. La fotografia è curiosa, indagatrice, esploratrice (...) trasforma e ferma, isola e sceglie. Lascia il tempo magico di ricostruire il momento in cui è nata, lascia immaginare, confrontare (...) questo è moderno, questa è la complessità fertile davanti a cui non arretrare. Stefano Benni Sul numero di agosto, la rivista fondata e diretta da Giulio Forti ospita un mio portfolio di 10 pagine dal titolo "Dentro la natura". |
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