I presidenti dei parchi nazionali e l'associazione che li rappresenta, Federparchi, in queste ore stanno felicitandosi con la loro ministro Stefania Prestigiacomo per il recupero dei fondi ordinari ai parchi nazionali in precendenza tagliati "per errore". "Uno stanziamento che mette in sicurezza i parchi e consente di lavorare con serenita' per il futuro'', ha dichiarato alle agenzie la Prestigiacomo, affrettandosi ad aggiungere che "bisogna immaginare una modalità di gestione diversa per non avere un problema, di anno in anno, a tutte le finanziarie". Finanziare i propri parchi nazionali e cioè tra i tesori della nostra comunità, di noi italiani (oltre che motori di sviluppo, locale e sostenibile), per lo Stato - il personalissimo Stato di Berlusconi e di chi l'ha votato - dunque è "un problema" che ha pure l'odiosa cadenza della Quaresima o dell'ora legale.
C'era un tempo in cui chi dirigeva le aree protette si vantava che i parchi non fossero soprintendenze. Non uffici burocratici eteroguidati ma strutture autonome e dinamiche.
Oggi il mio plauso va ai soprintendenti.