In previsione del Workshop di domenica 16 dicembre, ieri sono stato al parco nazionale del Circeo. Certamente senza sapori wild, snobbata da molti appassionati per via della diffusa antropizzazione, quest'area protetta in realtà mantiene nonostante tutto i suoi connotati di naturalità. E soprattutto chi vi si reca per osservare o fotografare uccelli trova pane per i suoi denti. Purché si vada nei luoghi giusti. Quello intorno l'alba è sempre un momento magico. I colori pastello del cielo e, di riflesso, dell'acqua offrono fondali d'eccezione. Nei laghi e le zone umide adiacenti ci sono un sacco di uccelli. Anatre e cormorani, soprattutto, ma anche limicoli, ardeidi, falchi di palude in continui voli di perlustrazione, passeriformi in frenetica attività per vincere la battaglia quotidiana col freddo e la fame. Contrariamente all'altr'anno, ora le piscine della foresta demaniale - la grande "selva del Circeo" visitata e ricordata anche dal grande viaggiatore ottocentesco Ferdinand Gregorovius - sono allagate. Ed è possibile così fotografare quest'ambiente assolutamente unico, dove le querce affondano le radici in lame d'acqua ingombre di foglie e rami caduti al suolo. Peccato sia possibile l'accesso soltanto ad una piscina, visto che le altre sono tutte incluse entro zone di riserva integrale (ma ha un senso?). Il breve pomeriggio, come d'abitudine, lo dedico alle centinaia di folaghe ed anatre - soprattutto moriglioni - che affollano il lago di Fogliano. Fino al tramonto di una tersa giornata invernale. Un'altra tavolozza di luci e forme e colori offerta dal Circeo, in fondo un po' la Camargue de noantri fotografi e naturalisti romani. E meno male che c'è!
2 Comments
Oltre che a dare un'occhiata alle poche immagini fatte ieri, durante una passeggiata al Circeo con un amico, invito i non pochi visitatori di questa pagina (grazie! sempre stupito... :-)) a prendersi cinque minuti di pausa ed a leggersi due cose:
- la pagina News del sito del parco nazionale dove i comunicati più recenti riguardano, nell'ordine: le polemiche sui troppi cinghiali, il business raccolta funghi (ieri la foresta era presa d'assalto), una raccolta straordinaria di rifiuti tra cui migliaia di mozziconi di sigarette, le proteste preventive dei pescatori per una proposta estensione a mare del parco, il principio d'incendio presso una struttura didattica, le pressioni dell'assessore provinciale nei confronti dei vertici dell'area protetta... - la sacrosanta mailodatabbastanza rubrica odierna di Michele Serra su Repubblica Ma quando cambia questo benedetto Paese? Ma che futuro hanno i nostri parchi? Ieri al parco nazionale del Circeo diverse specie di uccelli animavano le zone umide - in una giornata finalmente fresca e con pioggia a tratti - tra cui specie poco consuete da queste parti, come casarca e pivieressa. Ho dedicato loro la mattina, ritraendoli in maniera classica - quella a suon di raffiche di otturatore per "congelare" pose plastiche, catture di preda, zampe alzate etc. ; ma non è mancato qualche panning - più che altro per provare il modulo AF a 61 (sessantuno!) punti della nuova fotocamera. Nel pomeriggio ho cambiato location e tecnica, laddove il consueto assembramento di folaghe - dovuto alla foce di un canale d'acqua dolce dove vanno ad abbeverarsi - mi ha suggerito scatti meno tradizionali (e anche, una volta tanto, una post-produzione degna di questo nome soprattutto per esaltare volutamente i grafismi di alcune inquadrature).
Ieri alba al parco nazionale del Circeo, in cerca di qualche nuovo spunto. Dopo una pausa, secondo round al non lontano bosco di Foglino presso Nettuno, e più precisamente allo specchio d'acqua di Vallone Cupo ridotto ad un paio di pozze. Eserciti di moscerini mi hanno letteralmente impedito una sessione fotografica decente, comunque qualcosa sono riuscito a portare a casa.
Oggi workshop al parco nazionale del Circeo, sotto una pioggia quasi incessante e con il primo vero freddo della stagione. Un saluto ad Ester e Domenico, eroici compagni d'avventura (eet-ciu'), e a tutti gli altri che sono tornati a casa ad asciugarsi le ossa ! Arrivederci a domenica 8 gennaio: stesso programma, stesso meteo no...
Non è, non è mai stato un parco come un altro. Isola sotto assedio, patchwork di ambienti quasi disegnato con la squadra, in perenne bilico - nella considerazione del pubblico - tra sito del Patrimonio UNESCO d'importanza Universale, Planetaria e via retorizzando e (grande) giardinetto pubblico per i residenti di Latina e dintorni, il Circeo da quasi ottant'anni (è stato istituito nel lontano 1934) rappresenta l'area naturale protetta più famosa del Lazio. Difenderlo non dev'essere facile, chiedetelo ai suoi attuali dirigenti (gli ottimi Gaetano Benedetto e Giuliano Tallone). Messi quotidianamente sulla graticola dai portatori dei robusti interessi che gravitano sull'area, e giusto stamani almeno un poco alleviati (e paradossalmente: stessa maggioranza !) dalla decisa e alla fine decisiva opposizione del ministro dei Beni culturali Galan allo sciagurato Piano Casa partorito dalla giunta Polverini. Vale a dire, uno dei tanti punti di scontro tra innovatori (gli ambientalisti, in questo caso) e i conservatori (politici di corte vedute attenti ai soli interessi dei costruttori). Interessante e proprio di pochi giorni fa il cahier des doleances predisposto da Antonio Cianciullo per Repubblica. Duna, laghi, foresta, monte, isola. Di un mosaico ambientale così frazionato - e suddiviso nei suoi tasselli da strade e superstrade, serre, allevamenti, cittadine, mare - la fruizione non è facile. Me lo sono ripetuto anche ieri durante un sopralluogo volto a preparare uno dei miei prossimi workshops di Fotografia naturalistica. I laghi e le zone umide: pieni di avifauna, ma non vi sono capanni di osservazione (goffi e sostanzialmente inutili i tentativi fatti in passato). Il monte: splendidi il panorama e la macchia mediterranea, ma sporcizia e abbandono dei sentieri non invogliano. Zannone: una autentica meraviglia, ma con fruibilità a dir poco limitata. Foresta: bella e importante, ma un po' monotona... Duna: solito far west all'italiana dove i privati lucrano (rovinandolo) su un bene pubblico. Ma alla fine la conoscenza dei luoghi mi ha dato una mano ed ho trovato quel che cercavo. E i miei scatti, bene o male, li ho portati a casa. Il Workshop avrà luogo credo a dicembre, stay tuned ! Un paio d'ore sdraiato sul fango tra le salicornie hanno prodotto incontri consueti, ma come sempre valeva la pena. La migliore della mattinata l'avevo già messa da parte, però, e adesso è nella Gallery Light. E' un'erba e si chiama sorgo selvatico (Sorghum halepense).
Sdraiato all'alba tra le salicornie, in una spiaggetta del parco nazionale del Circeo, nelle scorse mattine ho fotografato tra nugoli di moscerini (credo ditteri chironomidi, ma non ne sono certo: di sicuro, invece, non pungevano !) ben cinque specie di limicoli nello spazio di un fazzoletto di fango di un paio di metri quadrati. Si tratta, nell'ordine di apparizione, di: piovanello tridattilo (sgargiante la colorazione rossiccia di capo e collo propria dell'abito estivo), corriere grosso (new entry nel mio archivio), fratini quantomai nervosi e rissosi tra loro, piro-piro piccolo, piro-piro boschereccio. Per ingrandire le foto occorre cliccarvi sopra.
Un applauso alla biodiversità, per favore. Questa nostra Italia assomiglia sempre più a un Paese da cartolina, buono per passarci le vacanze godendosi il sole e leccandosi i baffi al ristorante. Ma non per una vita quotidiana degna di un Paese civile.
Al parco nazionale del Circeo, tra i primi ad essere istitutito nel nostro Paese (era il lontano 1934), un durissimo scontro istituzionale è arrivato alla ribalta della grande stampa solo adesso ma si può dire che covi praticamente da sempre. La maggioranza dei residenti – certo, con le dovute eccezioni che per fortuna ci sono - il parco non lo vuole e, prima ancora, non lo capisce. A valutarne la passione civile basti ricordare le tremila (TREMILA) domande di condono edilizio giacenti. Quando l’allora ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio nominò presidente del parco Gaetano Benedetto e direttore Giuliano Tallone, dirigenti rispettivamente Wwf e Lipu (Tallone anzi della Lipu è il presidente nazionale), al Comune di Sabaudia dovettero pensare che era troppo. Due ambientalisti a guidare un parco, ma non scherziamo… Dopo un braccio di ferro su una lunga sequenza di temi, dalla navigabilità del lago di Paola ai chioschi stagionali sul lungomare, al piano del parco, è di questi giorni la dichiarazione ufficiale di guerra. Il consiglio comunale di Sabaudia, a maggioranza di centro-destra, ha chiesto la rimozione dei due pericolosi amministratori. Per chi non lo sapesse, i parchi nazionali in Italia sono governati da un ente parco, dove un presidente nominato dal ministro dell’Ambiente ma gradito alle Regioni coinvolte guida un consiglio direttivo di dodici persone (tutti schierati dalla parte di Benedetto e Tallone, in questo caso). Contrariamente ai consiglieri, al presidente non è richiesta per legge nessuna particolare qualifica in materia di conservazione della natura. E questo ha causato nel tempo la nomina a presidente di un parco nazionale di persone che capivano assai poco di quel che andavano ad amministrare: da notai a costruttori, ex-parlamentari o consiglieri regionali o provinciali, imprenditori turistici, coordinatori locali di partiti, dirigenti sportivi. Ma la legge non dice, e figurarsi il buon senso!, che è vietato nominare proprio le persone che per preparazione e passione sono considerate da sempre più vicine ai parchi dagli stessi loro detrattori. E cioè gli ambientalisti. Al ministro Prestigiacomo, così, come era già accaduto con gli estremisti di “doppietta facile”, è toccato spiegare la cosa ai suoi. Ricordando pure che la legge prevede per le nomine in questione altri passaggi, e ben più calibrati, di una focosa seduta di consiglio comunale. E che quella meraviglia che è – anzi potrebbe essere - il Circeo merita una protezione più stretta e non il contrario. Che Paese, ragazzi… |
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