Al parco nazionale del Circeo, tra i primi ad essere istitutito nel nostro Paese (era il lontano 1934), un durissimo scontro istituzionale è arrivato alla ribalta della grande stampa solo adesso ma si può dire che covi praticamente da sempre. La maggioranza dei residenti – certo, con le dovute eccezioni che per fortuna ci sono - il parco non lo vuole e, prima ancora, non lo capisce. A valutarne la passione civile basti ricordare le tremila (TREMILA) domande di condono edilizio giacenti.
Quando l’allora ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio nominò presidente del parco Gaetano Benedetto e direttore Giuliano Tallone, dirigenti rispettivamente Wwf e Lipu (Tallone anzi della Lipu è il presidente nazionale), al Comune di Sabaudia dovettero pensare che era troppo. Due ambientalisti a guidare un parco, ma non scherziamo…
Dopo un braccio di ferro su una lunga sequenza di temi, dalla navigabilità del lago di Paola ai chioschi stagionali sul lungomare, al piano del parco, è di questi giorni la dichiarazione ufficiale di guerra. Il consiglio comunale di Sabaudia, a maggioranza di centro-destra, ha chiesto la rimozione dei due pericolosi amministratori.
Per chi non lo sapesse, i parchi nazionali in Italia sono governati da un ente parco, dove un presidente nominato dal ministro dell’Ambiente ma gradito alle Regioni coinvolte guida un consiglio direttivo di dodici persone (tutti schierati dalla parte di Benedetto e Tallone, in questo caso). Contrariamente ai consiglieri, al presidente non è richiesta per legge nessuna particolare qualifica in materia di conservazione della natura. E questo ha causato nel tempo la nomina a presidente di un parco nazionale di persone che capivano assai poco di quel che andavano ad amministrare: da notai a costruttori, ex-parlamentari o consiglieri regionali o provinciali, imprenditori turistici, coordinatori locali di partiti, dirigenti sportivi. Ma la legge non dice, e figurarsi il buon senso!, che è vietato nominare proprio le persone che per preparazione e passione sono considerate da sempre più vicine ai parchi dagli stessi loro detrattori. E cioè gli ambientalisti.
Al ministro Prestigiacomo, così, come era già accaduto con gli estremisti di “doppietta facile”, è toccato spiegare la cosa ai suoi. Ricordando pure che la legge prevede per le nomine in questione altri passaggi, e ben più calibrati, di una focosa seduta di consiglio comunale. E che quella meraviglia che è – anzi potrebbe essere - il Circeo merita una protezione più stretta e non il contrario.
Che Paese, ragazzi…