Ho dedicato loro la mattina, ritraendoli in maniera classica - quella a suon di raffiche di otturatore per "congelare" pose plastiche, catture di preda, zampe alzate etc. ; ma non è mancato qualche panning - più che altro per provare il modulo AF a 61 (sessantuno!) punti della nuova fotocamera.
Ieri al parco nazionale del Circeo diverse specie di uccelli animavano le zone umide - in una giornata finalmente fresca e con pioggia a tratti - tra cui specie poco consuete da queste parti, come casarca e pivieressa. Ho dedicato loro la mattina, ritraendoli in maniera classica - quella a suon di raffiche di otturatore per "congelare" pose plastiche, catture di preda, zampe alzate etc. ; ma non è mancato qualche panning - più che altro per provare il modulo AF a 61 (sessantuno!) punti della nuova fotocamera. Nel pomeriggio ho cambiato location e tecnica, laddove il consueto assembramento di folaghe - dovuto alla foce di un canale d'acqua dolce dove vanno ad abbeverarsi - mi ha suggerito scatti meno tradizionali (e anche, una volta tanto, una post-produzione degna di questo nome soprattutto per esaltare volutamente i grafismi di alcune inquadrature).
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Riconosciuta l'immagine accanto ? Ok, vado. Lesson number One. Tecnica & fantasia. "Many people credited me with being surreal and creative. In truth, that was the only way I could shoot—blurred animals, wildlife obscured by the forest, fleeting glimpses, glowing eyes reflecting strobe light. Everything was dark and mysterious. I'm not saying that the technique wasn't conscious, but I was also just capitalizing on the conditions at hand and making a positive out of the limitations of cameras and film" (cioé più o meno "Molta gente mi ha considerato surreale e creativo. In verità, era l'unico modo in cui potevo scattare - animali sfocati, vita selvatica nell'ombra della foresta, fugaci lampi di luce, occhi lampeggianti che riflettono la luce del flash. Ogni cosa era scura e misteriosa. Non sto dicendo che la tecnica fosse casuale, ma che io stavo solo facendo i conti con le condizioni disponibili, cercando di volgere a mio vantaggio i limiti di apparecchi e pellicole". Lesson number Two. Tecnica & fantasia (repetita juvant). "I'm just desperate to enjoy the new era that the new cameras are bringing. It's almost magic, the way they can focus and see in low light. A lot of what's interesting in terms of time of day, weather and animal behavior happens under conditions that have been traditionally at odds with photo equipment. All my life, I haven't been a good focuser. Now, you can work into the edges of the day, you can shoot handheld in the moonlight. It's a wonderful moment in time. The picture doesn't fall apart at high ISOs. I try to take the ISO to where the shutter speed lets me handhold the camera, so my lens is wide open. I could never do that for 25 years" (cioé più o meno "Mi appassiona la nuova era dove ci hanno condotto le odierne fotocamere. E' quasi magico, il modo in cui possono mettere a fuoco e vedere con pochissima luce. Molto di ciò che accade d'interessante in termini di fenomeni meteo e comportamento animale, ma anche proprio in termini di tempo, avviene in condizioni che era impossibile registrare con le attrezzature fotografiche tradizionali. In tutta la mia vita, non sono mai stato bravo con la messa a fuoco. Ora, tu puoi lavorare al crespucolo, puoi scattare a mano libera con la luce della luna. E' un momento straordinario. La foto non 'crolla' agli alti ISO. Io alzo gli ISO fin dove il tempo di scatto mi lascia lavorare a mano libera, sempre a tutta apertura. Non l'ho potuto fare per 25 anni"). Lesson number Three. Tempo. "For me, it's dawn to dusk, maybe even into the night... If you do that, you see new stuff that others don't see. You stop your world. You slow things down. You focus and observe... I'm not a businessman. I'm just a pop guy... I can live in the woods and eat nuts. My house is paid off" (cioé più o meno "Per me, (la fotografia naturalistica) é dall'alba al tramonto, talvolta anche di notte ... Se fai così, vedi cose che gli altri non vedono. Fermi il tuo mondo. Rallenti le cose. Ti soffermi e osservi... Io non sono un uomo d'affari. Sono solo un ragazzo che conosce i gusti della gente... Posso vivere nei boschi e mangiare noccioline. La mia casa é pagata" (credo equivalga a dire: non sono corruttibile o qualcosa del genere, ndr). Leggere e rileggere l'intervista "The big story" a quel monumento della fotografia naturalistica che é Michael "Nick" Nichols - tra i grandi nomi del National Geographic - contenuta nell'ultimo numero di Outdoor Photographer è decisamente istruttivo. Anche io posso vivere nei boschi e mangiare noccioline. Quanto al resto, mi sto attrezzando... Scherzi a parte, nell'intervista ho trovato ribadito un approccio a me assai caro alla fotografia naturalistica ma - se non sbaglio - non particolarmente popolare in Italia. E cioè che i risultati migliori si ottengono: entrando in sintonia col soggetto; perfezionando ed esplorando la conoscenza tecnica dei mezzi a disposizione (fotocamere, obiettivi, accessori); unendo sensibilità naturalistica e creatività. Robe che, chiaro, a parole sono tutti d'accordo, professionisti e fotoamatori. Ma fatevi un giro sul web ... |
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