Il domento, che si può leggere e sottoscrivere sul sito indicato, sarà presentato nel corso di un'Assemblea pubblica presso il cinema Farnese sabato 12 marzo alle ore 10 in piazza Campo dei Fiori a Roma.
Oggi a Firenze si è svolta la prima Assemblea per il rilancio dei parchi, organizzata dal Gruppo di San Rossore di cui faccio parte. Io non sono potuto andare ma Renzo Moschini, l'indiscusso deus ex machina dell'operazione, salendo sul treno che lo riportava a casa mi ha comunicato la sua soddisfazione. Sala piena (più di cento persone), presenze importanti e significative, soprattutto un bel clima di cui si sentiva il bisogno visti i tempi che corrono. Certo bisognerà vedere come tradurre politicamente e operativamente tutto questo, ma insomma per ora si porta a casa il risultato. D'altronde, segnali che la misura sia colma e che la voglia di movimento stia finalmente superando la rassegnazione arrivano da più parti. Per esempio da Roma, dove un piccolo gruppo di persone provenienti anche (e non solo) dal mondo dei parchi ha redatto un documento per togliere dal dimenticatoio le politiche di programmazione del territorio della Capitale e del Lazio. Dove ai parchi le giunte Alemanno & Polverini riservano ben poche attenzioni e tutte nella direzione sbagliata. Il documento è lungo ed analitico (lo trovate qui) ma contiene affermazioni sacrosante, come ad esempio quelle sul rispetto dell'Agro romano e la sua vocazione agricola, sul rapporto dalle potenzialità ancora inesplorate tra parchi periurbani e parchi montani del Lazio, sull'applicazione del piano paesistico regionale approvato dalla giunta nel 2007 ma dall'iter ancora non concluso. Sui tanti parchi da tempo commissariati e senza direttore e con i piani approvati (compresi quelli economico-sociali) in attesa del traguardo finale del Bollettino Ufficiale.
Il domento, che si può leggere e sottoscrivere sul sito indicato, sarà presentato nel corso di un'Assemblea pubblica presso il cinema Farnese sabato 12 marzo alle ore 10 in piazza Campo dei Fiori a Roma.
0 Comments
Torna ad agire lunedi prossimo, 28 febbraio, il Gruppo di San Rossore e lo fa con un appuntamento a Firenze: una Assemblea nazionale per il rilancio dei parchi.
Ci saranno rappresentanti istituzionali di rilievo - a cominciare dagli assessori di Toscana e Liguria - e poi i tecnici e gli intellettuali che hanno promosso la nascita del movimento (vedi anche, tra gli altri, i precedenti post di ottobre e gennaio). L'intento è quello di denunciare la svalutazione del ruolo delle aree protette e discutere le strategie per la loro rinascita. Il comunicato ufficiale dell'incontro, aperto alla partecipazione di tutti, è sulle pagine di Parks.it A chi ha letto il precedente post, sulla nuova comparsa dell'orso alla Duchessa, devo dare una pessima notizia.
Il 17 febbraio, giovedi scorso, è stato firmato presso la Presidenza del Consiglio a Roma un Protocollo d'intesa "per il rilancio dello sviluppo e la valorizzazione dell'area aquilana del cratere colpita dal terremoto del 6 aprile 2009, ai fini ambientali e turistici". Firmatari la Regione Abruzzo, la Provincia dell'Aquila, i Comuni dell'Aquila, Lucoli, Ovindoli, Rocca di Cambio, Rocca di Mezzo nonchè - davvero incredibile questa - gli enti parco del Gran Sasso-Laga e del Sirente-Velino. Mi sono letto le 8 pagine del protocollo. In buona sostanza l'accordo mira al "potenziamento e miglioramento dell’offerta di impianti per lo sci alpino e nordico, nonché l’integrazione funzionale degli attuali siti di Montecristo e Campo Imperatore sul Gran Sasso aquilano da un lato, e dall’altro lato di Monte Magnola e di Campo Felice nell’area del Velino- Sirente, ed inoltre lo sviluppo della fruizione sciistica delle aree naturalmente vocate". Ho aperto la mappa. Unire gli impianti di Magnola e Campo Felice vuol dire subito una cosa: tagliare al suo cuore (i piani di Pezza) il corridoio ecologico tra parco del Sirente-Velino e riserva della Duchessa. Vuol dire impedire all'orso marsicano ogni possibile espansione del suo areale nel reatino. Vuol dire che il ministero dell'Ambiente, se renderà possibile la realizzazione del progetto, fa carta straccia del suo PATOM... E lo stesso dicasi per il previsto ampliamento delle piste sul Gran Sasso. Ciò in un momento storico di declino dello sci da discesa appenninico, a causa di inverni sempre più miti e delle quote non particolarmente elevate. Partiranno gli appelli - se dovranno partire - alla mobilitazione, alla stampa, all'Europa. Certo è che l'Abruzzo "Regione dei Parchi", così agendo, abdicherebbe al suo ruolo per un piatto di lenticchie. Ma, soprattutto, è giunto il momento di riflettere sulla debolezza dei nostri parchi. Dati per acquisiti e invece - Stelvio docet - dimenticati al primo frusciare di banconote. L'orso è tornato.
Dopo l'esemplare rinvenuto in fin di vita da alcuni escursionisti in Valle Amara, nel dicembre 2009, un altro esemplare si è aggirato nello scorso autunno sulle montagne della Duchessa, nel Lazio. Si tratta di Ulisse, l'orso che si era spinto fino al parco nazionale dei monti Sibillini tra Umbria e Marche, dov'è stato fotografato e filmato dai ricercatori. Le sue peregrinazioni si sono adesso rivolte nuovamente a sud, e campioni biologici raccolti dal personale della riserva della Duchessa hanno provato inequivocabilmente il suo ritorno sulle montagne laziali in ottobre (qui il comunicato della riserva). “Segnalazioni e avvistamenti provenienti dall’Appennino laziale anche ben fuori dal parco nazionale non sono certo una novità”, mi ha detto tempo fa Paolo Ciucci, che con Luigi Boitani conduce sull’orso marsicano la più consistente ricerca del momento e forse di sempre. “Però non arrivano indizi di incremento della popolazione (gli ultimi dati parlano di 43 orsi stimati in tutto l’Appennino, ndr) ma sempre e solo segni di presenza isolati, episodici o che comunque non lasciano intravedere il superamento dei fattori limitanti che evidentemente permangono a livello locale”. Sulla situazione attuale e quella potenziale dell'orso nel Lazio ho realizzato l'anno scorso un'inchiesta per PAN, scaricabile qui. La foto qui in basso è stata scattata nel parco nazionale d'Abruzzo, Lazio, Molise. Ho appena chiuso le pagine di Passeggiate campane, famoso libro dell'archeologo Amedeo Maiuri che più volte mi ero ripromesso di leggere. Non un libro tecnico ma piuttosto, come si arguisce dal titolo d'altronde, un esempio erudito di quel che oggi si chiamerebbe narrativa di viaggio. Un filone non certo recente - si pensi ai libri di Cesare Brandi - che affonda le sue radici nelle cronache dei "viaggi in Italia" che nei secoli scorsi i rampolli di mezz'Europa effettuavano a scopo formativo oltreché ludico.
L'elemento centrale di Passeggiate campane è uno: la data. 1938. Settantatre anni fa. Un niente nella storia di una terra antichissima, culla di civiltà, che ha conosciuto una successione ininterrotta di imperi, dinastie, guerre. A leggere le pagine di Maiuri, non esagero, sanguina il cuore. La sua Campania è una terra ricca come forse nessun'altra e le descrizioni di paesaggi e incontri lasciano sognare a bocca aperta. Vigneti e uliveti e promontori sul mare lungo coste immacolate. Praterie fiorite di margherite e rosolacci dove sorgono paeselli sorti intorno ai vecchi centri rurali delle colonie latine, abitati da gente spesso povera ma piena di composta dignità. Pagine piene di scugnizzi, e di reperti archeologici (tra cui l'Antro della Sibilla, scoperto proprio da Maiuri dopo lunghe ricerche) che questa terra giunonica regala al pari dei pomodori e delle mozzarelle di bufala. E di un'umanità vibrante che accoglie lo studioso con iniziale diffidenza - "Vui chi site?, che iàte truvànno?" - per poi aprire dimora e campi alla sua curiosità. I luoghi descritti spaziano da Napoli a Cuma, da Pozzuoli a Ischia, ma arrivando a comprendere in un'accezione più ampia anche siti oltreconfine ma culturalmente affini come gli Aurunci nel Basso Lazio, la straordinaria Sepino in Molise, Ventotene, il Circeo e altro. Come abbiamo fatto noi italiani a rovinare tutto questo? Come siamo riusciti a massacrare il giardino d'Europa? Nè Toscana nè Sicilia, a parer mio, potevano forse competere con quella Campania per densità di valori paesaggistici, culturali e storici, naturalistici. Se c'è un luogo simbolo di quel che abbiamo perduto - quasi del tutto - sono i Campi Flegrei. Di un reportage di cinque anni fa ricordo luoghi fantastici circondati dal caos. Il Paradiso possibile, l'Inferno reale. Queste foto (cliccare sulle miniature per ingrandire) sono di allora. Un'altra brutta notizia dalla rassegna stampa dei parchi italiani, perché al peggio non c'è mai fine. Sono stati avvelenati nei giorni scorsi cinque caprioli al parco dei Simbruini, nel Lazio. Cinque animali custoditi entro l'area faunistica realizzata dal parco a Trevi, uno dei Comuni dell'area protetta più grande del Lazio (qui il comunicato del parco). A guardarli, s'immagina, ci andavano soprattutto le scolaresche in visita. Bambini e ragazzi cui è così difficile, nei nostri parchi, riuscire a mostrare un animale e invece è quello che si aspettano, da un parco. Ora non ne vedranno proprio più. Non è un buon periodo per il parco di Jenne e Subiaco - ma quando mai lo è stato ? Di recente si è pure riacceso l'allarme sulla strada di Fosso Fioio, una pista in luoghi assai appartati e dal grande interesse naturalistico che alcuni amministratori comunali sognano asfaltata (per info qui e qui). Giorni fa durante un'escursione sono entrato per sbaglio nell'area di riserva integrale del parco, anche per l'assenza assoluta di segnali, ed ho riscontrato parlando con alcune persone locali come il libero accesso sia in realtà pratica comune. Forse anche più del solo accesso, visto che su un crinale ho trovato una cartuccia per terra. E alcune settimane fa, la passeggiata nella neve da Campo dell'Osso alla cima di monte Autore ci è stata funestata - a me e agli amici che erano con me - dalla puzza dei gas di scarico e dal rumore infernale dei quad, noleggiati come se niente fosse in pieno parco nel piazzale della stazione sciistica. Quando capiremo che i Simbruini sono una straordinaria riserva di natura a due passi dalla città ? E un potenziale volano per le stentate economie locali strozzate dall'emigrazione ? A cosa è servito uccidere quei caprioli ? Mi auguro che la prima condanna giunga dai residenti.
E forza Simbruini, forza parco ! E' il 18 gennaio scorso, sono le cinque del pomeriggio al parco nazionale d'Abruzzo, Lazio, Molise. Una fototrappola abbracciata a un faggio, come ormai ne è disseminato l'Appennino, è puntata su una radura che si apre nel bosco. Per terra foglie cadute e qualche roccia, sullo sfondo un crinale che chiude a destra l'orizzonte. Mi sono divertito a controllare. Proprio in quelle ore, al Quirinale, Giorgio Napolitano riceveva il miliardario pervertito che ci governa "in un freddo faccia a faccia di un'ora" per manifestargli - é scritto nel comunicato ufficiale - "il turbamento dell'opinione pubblica" davanti alla contestazione di "gravi ipotesi di reato" (cioè sfruttamento della prostituzione minorile e concussione) al premier. Incredibile per incredibile, in quegli stessi momenti, la fototrappola piazzata nel parco nazionale dai ricercatori guidati dal mio amico Paolo Ciucci riprende quel che vedete qui sotto. Liberi e decisi, come solo dei lupi sanno esprimerlo. Undici, UNDICI, quando si ripete sempre che da noi ce li scordiamo i branchi numerosi di Yellowstone e dell'Alaska.
Undici motivi per difendere i nostri parchi, la nostra riserva di futuro. Di cui al nostro presidente del Consiglio e al suo ministro Prestigiacomo importa così poco (e questo post al lupo glielo dovevo, dopo le foto macabre e terribili di qualche giorno fa...). Fotografatissimi. Ben noti a tutti. Di una bellezza quasi imbarazzante. Pure rosa - stucchevoli ?
Ciò detto, giovedi scorso sono andato alla laguna di Orbetello a rifarmi gli occhi davanti a 1500 fenicotteri. E con Luciano e Marco (e Simonetta), sì, ci siamo beati di questo spettacolo riprendendoli posati-in volo-raggruppati-isolati-controluce-in pieno sole etc. Unica nota stonata, la constatazione che a Orbetello la febbre edilizia non si placa (sta venendo su pure un Residence Il Fenicottero...). La nuova foto del mese è online. |
Wild Italy
A guide to italian nature (in english) / Una guida (in inglese) alla natura italiana.
click here / clicca qui Facebook
Twitter
Wild Lazio
La mia mostra Wild Lazio è in giro per i parchi della regione. Per orari e aggiornamenti clicca qui.
Rocconi. La valle dei falchi
Un paradiso da scoprire per tutti gli appassionati di natura. Un libro dedicato a una delle aree sorprendentemente più ricche di biodiversità dell'Italia centrale. Qui il comunicato stampa del Wwf Italia. Per maggiori informazioni scrivimi. La mia pagina Facebook
Per seguire facilmente gli aggiornamenti di questa pagina clicca qui in basso
Archives
August 2019
Categories
All
|