Durante i workshops generalmente non faccio foto, per seguire meglio i partecipanti ed assisterli in ogni fase della ripresa. Così domenica, negli splendidi ambienti del lago di Vico e del monte Cimino teatro dell'ultimo WS, m'era rimasta voglia di qualche scatto mio. Ed oggi sono tornato. L'autunno volge al termine, ma la quota insolitamente bassa di questi boschi - in particolare la faggeta di monte Venere - consente ancora di cogliere i colori delle foglie sui rami.
0 Comments
Dopo forse un anno di assenza, giorni fa sono tornato al lago di Vico in vista del Workshop che vi terrò domenica prossima. Sul fondo di una conca ammantata di boschi, si tratta di uno dei laghi più belli del Lazio e dell’Italia centrale e la riserva naturale che lo protegge - su circa 4100 ettari - è uno dei piccoli gioielli del Lazio naturale. Le sue acque, con le sponde a canneto, sono frequentate da numerose specie di uccelli tra cui un'importante popolazione nidificante di svasso maggiore, anatre e folaghe, rapaci. Subito alle spalle del lago, mentre le coltivazioni di noccioli occupano quasi per intero il resto del fondo della conca, sulle pendici l'antico edificio vulcanico è tappezzato di boschi. Grazie al microclima fresco ed umido si tratta in parte di sorprendenti faggete, con settori di grande bellezza. Insomma, un interessante terreno di gioco per il fotografo naturalista. Le foto qui pubblicate, tutte dell'altro ieri, danno un esempio di quel che proveremo a realizzare durante il workshop di domenica 25 che comprenderà pure una puntata al vicino monte Cimino. Ieri ho fatto un sopralluogo sui monti Simbruini per la preparazione del Workshop di domenica 21. Il bosco ha iniziato ad assumere i colori autunnali, gli spunti fotografici sono praticamente ovunque ed il clima - né caldo né freddo - sembra pure quello ideale. Il soggetto principale è stata la faggeta. La principale formazione vegetale che ci ritroviamo in Appennino, pressoché ubiquitaria tra gli 800 e i 1800 metri, e che proprio per questo non viene sempre apprezzata per quello che è: uno spettacolare labirinto di giganti, ogni giorno diverso. Per riprendere il bosco ho utilizzato tecniche diverse, concentrandomi tanto sulle inquadrature d'insieme che sui dettagli. E fuori dalla faggeta mi attendeva un panorama mozzafiato... Prima del tramonto, sopralluogo scaramantico - naturalmente nulla di fatto - a un'area dove domenica sera è stato nuovamente avvistato l'orso. Nel cuore del parco. Che pochi, troppo pochi vanno ad ammirare preferendogli il parco di Pescasseroli, il Velino, l'Abruzzo in genere. E che l'anno prossimo, 2013, compie trent'anni: chissà se qualcuno se ne ricorderà.
Oltre che a dare un'occhiata alle poche immagini fatte ieri, durante una passeggiata al Circeo con un amico, invito i non pochi visitatori di questa pagina (grazie! sempre stupito... :-)) a prendersi cinque minuti di pausa ed a leggersi due cose:
- la pagina News del sito del parco nazionale dove i comunicati più recenti riguardano, nell'ordine: le polemiche sui troppi cinghiali, il business raccolta funghi (ieri la foresta era presa d'assalto), una raccolta straordinaria di rifiuti tra cui migliaia di mozziconi di sigarette, le proteste preventive dei pescatori per una proposta estensione a mare del parco, il principio d'incendio presso una struttura didattica, le pressioni dell'assessore provinciale nei confronti dei vertici dell'area protetta... - la sacrosanta mailodatabbastanza rubrica odierna di Michele Serra su Repubblica Ma quando cambia questo benedetto Paese? Ma che futuro hanno i nostri parchi? Riflessi sull'acqua, foglie cadute nell'acqua, la trama di un film superficiale, giochi di bolle, la rugiada del mattino, una pozza nel bosco tra il tappeto di foglie dei cerri. A parte i funghi (e uno scorcio del bosco), le foto di oggi le ho fatte tutte lungo un piccolo fosso a Manziana.
Amanita muscaria alla Caldara di Manziana (Roma), fotografata sotto al diluvio in compagnia di Adriano. Trovate la foto, al solito, in Home.
Come ampiamente noto, questo magnifico fungo è tossico anche per l'uomo. Mangiarlo vuol dire andare incontro a dolori intestinali, deliri, allucinazioni di vario tipo etc. Nella relativa scheda di Wikipedia leggo che in Giappone esperti micologi ne suggeriscono - praticandola - la consumazione previa detossificazione. Da cui foto allegata sul sito, con giapponese sorridente che tiene in mano un cestino ricolmo di Amanite, pronta ad andare in cucina suppongo. Ma il suggerimento è stato fornito prima o dopo la prova ??? Classica meta delle gite fuori-porta dei romani, Manziana ha due importanti attrattive naturalistiche. La prima é la Macchia Grande, tra le foreste d’alto fusto meglio conservate del Lazio, da visitare a piedi o in bici lungo comode tracce. L’altra è la Caldara, una delle ultime manifestazioni del vulcanesimo tolfetano. Per arrivarci da Roma si segue la via Aurelia per poche decine di minuti fino al bivio per Sasso. Superati gli splendidi Sassoni di Furbara ed il piccolo paese si arriva alla stradina per la Caldara, davanti all'omonimo agriturismo. La Caldara (cliccare sulle foto per ingrandirle) è una depressione del terreno di circa 30 ettari dove, assieme ai fumi di zolfo, si troverebbe anche la ricetta della mitica pietra filosofale - quella capace di trasformare il piombo in oro - gettata in queste acque “infernali” dall’alchimista che la ricavò. In un paio d’ore si può fare il periplo della conca (stivali!), tra giunchi e un piccolo bosco di betulle all’ombra delle quali crescono le bellissime e velenose amanite muscarie. Bastano pochi minuti, invece, per avvicinarsi al geyser principale e alle piccole pozze d’acqua sulfurea dove vivono i curiosi scorpioni d’acqua.
A lungo inclusa in un monumento naturale della Regione Lazio - la più piccola categoria di area protetta - oggi la Caldara fa parte del parco di Bracciano-Martignano. Gli ambientalisti non di primo pelo ricorderanno, come me, il nome di un luogo dell'Italia centrale che tra gli anni Settanta e Ottanta fu al centro di una lunga battaglia culturale per opporsi alla realizzazione di un sistema di dighe: la valle del Farma. Il Farma è un affluente del fiume Merse, a sua volta tributario del più noto Ombrone (quello che sfocia nel Tirreno dentro il parco della Maremma). Siamo in Toscana, tra la provincia di Siena e quella di Grosseto, e il mio amico Riccardo Nardi mi ha mostrato l'ormai storico libricino che raccoglie i materiali di supporto a quelle lotte conclusesi bene - le dighe non si sono poi fatte - al grido di "No alla natura col rubinetto!". A distanza di anni, un paio di settimane fa sono tornato in quei luoghi con po' di tempo per esplorarli. Ho trovato: accessi sempre difficoltosi, nonostante l'esistenza di una riserva naturale che potrebbe curare meglio (sempre in maniera leggera, adeguata alla wilderness dei luoghi) la fruizione; un bel centro visite al Belagaio, troneggiante e... chiuso nel giorno di apertura; le piccole terme di Petriolo circondate dal degrado; pochissimi visitatori, e tutti esclusivamente interessati ai funghi; i funghi, appunto. In definitiva, il luogo mi ha sinceramente deluso. Il bosco ha i suoi angoli wild, eccome, e muschi, funghi e rampicanti (cliccare sulle miniature per ingrandire) lo addobbano adeguatamente. Però nel contesto attuale e soprattutto senza lontra, l'ex star della fauna locale alla cui passata presenza si deve l'avvio della battaglia ambientalista, il Farma è ormai quasi un torrente come un altro. Dal corso solitario, sì, ma fino a quando?
Il parco d'Abruzzo senza più l'orso, ecco. Senza gli animali che maggiormente li rappresentano, anche i paradisi naturali lo sono un po' meno. Ieri di nuovo una lunga camminata al parco d'Abruzzo, con Luciano, a una settimana dalla precedente in questo paradiso in terra.
E' cambiato (quasi) tutto. I bramiti dei cervi sono assai diminuiti e, nonostante le temperature ancora miti, l'autunno si fa strada nella faggeta. |
Wild Italy
A guide to italian nature (in english) / Una guida (in inglese) alla natura italiana.
click here / clicca qui Facebook
Twitter
Wild Lazio
La mia mostra Wild Lazio è in giro per i parchi della regione. Per orari e aggiornamenti clicca qui.
Rocconi. La valle dei falchi
Un paradiso da scoprire per tutti gli appassionati di natura. Un libro dedicato a una delle aree sorprendentemente più ricche di biodiversità dell'Italia centrale. Qui il comunicato stampa del Wwf Italia. Per maggiori informazioni scrivimi. La mia pagina Facebook
Per seguire facilmente gli aggiornamenti di questa pagina clicca qui in basso
Archives
August 2019
Categories
All
|