Le sue esigenze ecologiche e il suo comportamento estremamente elusivo lo rendono un vero fantasma. Come riportato dalla letteratura, il lanario è meno pretenzioso del pellegrino rispetto all'ampiezza della parete prescelta per il nido. Sa accontentarsi di poco: una scarpata di arenaria, un calanco tra i campi. Il pellegrino no, da bestia che ama la dimensione verticale pretende a tutti i costi parecchie decine di metri tra il "suo" terrazzino (come quello nella foto qui sopra, di qualche giorno fa) e la base della parete. Visitando molti siti riproduttivi di lanario - oltre ai noti parametri come l'esposizione, prevalentemente S o SE, oppure la quota mediamente bassa - mi ha colpito l'assenza di pareti prospicienti. Davanti al nido, insomma, Falco biarmicus almeno da noi vuole solo una cosa: il vuoto, l'aria. E non, piuttosto, l'altra sponda di una gola un po' stretta oppure l'orlo troppo vicino di una cava dismessa. In questo, e non solo in questo, si dimostra animale assai piu' accorto del pellegrino.
Ma il "problema" del lanario è un altro. E cioè che così facendo, snobbando insomma i siti paesaggisticamente più spettacolari come possono essere le pareti rocciose più vertiginose e preferendo quelli magari a margine degli ambienti rurali, rimane fuori dalle aree protette. Dai parchi, insomma. Non a caso nel Lazio i siti riproduttivi della specie, appena 5-7, sono tutti al di fuori delle aree protette o al più - in un solo caso - al margine. Più o meno lo stesso accade in Toscana e probabilmente anche in Molise, Sicilia e altrove.
Il lanario rappresenta insomma, almeno da noi, un mondo rurale mediterraneo fatto di colture estensive, casolari isolati, boschetti e siepi, incolti. Un mondo in via di estinzione. Per questo è una specie dal valore anche simbolico e mi ci sono appassionato, ragionando pure - da comunicatore, cioè il mio mestiere, lasciando ad altri la propria parte - sul modo per fare qualcosa allo scopo di contrastare (per quanto possibile) un declino ultimamente più marcato.
C'è un SOS da lanciare, insomma. Speriamo di arrivare in tempo.