EUROPA MOZZAFIATO
E’ all’Europa non del mercato unico o della Banca centrale, bensì dell’otarda e della peonia, delle scogliere di Alonissos e dei ghiacciai del monte Bianco, che è dedicato uno dei progetti più interessanti di conservazione della natura degli ultimi tempi. Si chiama Wild Wonders of Europe, cioè Meraviglie selvagge d’Europa, ed ha il suo cuore nella forma di comunicazione tra le più potenti del nostro tempo: la fotografia. Sessantotto tra i migliori fotografi naturalisti del Vecchio continente sono stati inviati in missione per riprendere il volto più segreto e selvatico di ognuno dei Paesi europei, evitando però per ciascuno il Paese d’origine per dare maggiore freschezza a questo gigantesco reportage collettivo. Così gli italiani (cinque) sono stati inviati dal Delta del Danubio alla foresta di Bialowieza, alla valle di Ticha sui Tatra slovacchi; gli svedesi tra Pirenei e Sardegna; gli inglesi nel paradiso lappone di Sarek; i tedeschi tra Gargano e Pollino; i francesi nella tundra norvegese…
Supportato da sponsor del calibro di Wwf, National Geographic Society, Epson, Nokia e Nikon, il progetto ha prodotto innanzitutto un sito web assai ricco e interattivo (www.wild-wonders.com) e ora un ciclo di mostre inauguratosi nei mesi scorsi tra Praga, L’Aja e Genova. Ma per tutti quelli che non avranno la fortuna di assistervi, è ora disponibile un magnifico volume di 288 pagine ottimamente stampato (Abrams, www.abramsbooks.co.uk) al costo di 29,99 sterline e cioè circa 36,5 euro. Sfogliando il libro, un must per ogni appassionato di fotografia naturalistica, si scopre pagina dopo pagina un’Europa davvero “inedita, inaspettata, indimenticabile” come dice lo slogan del progetto. Solo agli addetti ai lavori, invece, sono riservate le polemiche che hanno accompagnato l’operazione e che toccano poi le grandi questioni del settore nell’era del digitale e non solo, a partire dalla veridicità degli scatti. In particolare, le immagini straordinarie della vita di un gruppo di lupi in Russia, spacciati per selvatici e poi rivelatisi abituali frequentatori di un centro di recupero, hanno suscitato un vespaio di polemiche sul blog del progetto cui nel libro viene fatto solo un lapidario cenno. Ma validità e spettacolarità di WWoE restano, grazie alla forza comunicativa delle fotografie, di livello non meno che superbo. E se la cara vecchia Europa serba ancora tanta bellezza, nonostante tutto, allora val la pena conoscerla meglio – questo l’obiettivo finale del progetto, centrato in pieno - per difendere un pezzo importante del nostro futuro.